La Pazza di Chaillot

Tratto da "La Folle de Chaillot" di Jean Giraudoux

Regia di Maurizio Felisati

La Pazza di Chaillot è un’opera composta da Jean Giraudoux, tra il 1942-43. Ci troviamo nel periodo della guerra e l'autore esprime attraverso il testo il suo scetticismo sulla possibilità di cambiare le cose.

Il testo è complesso, bizzarro ma molto attuale: narra di una società inquinata dal dio denaro.

Il popolo di Chaillot, attraverso la pazza del quartiere, Aurelia, apprende che pochi potenti stanno escogitando un piano per distruggere Parigi e impossessarsi delle ricchezze che si trovano nel sottosuolo della città.

Questo è il punto di partenza di una storia appassionante fatta di dinamiche di potere, strategie, invidie, riflessioni che partono da questo piccolo quartiere per arrivare lontano... fino a noi.

La vicenda, ricca di spunti simbolici e di riferimenti alla società attuale, si sviluppa su due livelli: il primo, intimo e personale, attraverso la storia della Pazza Aurelia e del suo amore perduto: dunque il tema dell'abbandono, della ricerca affettiva e dell'incapacità di comunicare. Temi che oggi più che mai ci riguardano, in una società dove sta prendendo piede la comunicazione virtuale a discapito di quella reale, concreta e forse più vera.

Un secondo livello più collettivo che narra il lento e inesorabile declino della società, sempre più assuefatta dalla ricerca egoistica del proprio benessere e della soddisfazione dei propri bisogni. Una finestra su un mondo, sempre più chiuso in se stesso, ma comunque pieno di desiderio di cambiamento e proiettato verso la speranza. Quella speranza che ci viene offerta da tutte le persone (note o meno) che ricercano, lottano, studiano, lavorano con onestà e dedizione per contribuire a migliorare l’Umanità.

Atto unico, durata 80 minuti